A pochissimi giorni dalla morte per arresto cardiaco del calciatore del Livorno Calcio, Piermario Morosini, di cui se volete potete leggere i post pubblicati sul blog nei giorni scorsi,
si celebra, o almeno si dovrebbe fare, la ricorrenza del
primo anno dalla morte di Vittorio Arrigoni, avvenuta il 15 aprile 2011 per
opera di un gruppo terrorista appartenente al gruppo islamico jihadista
salafita.
Ora per chi non lo sapesse, il Jihadismo salafista è considerato da molti come una forma di “fascismo islamico” esasperato.
Ora per chi non lo sapesse, il Jihadismo salafista è considerato da molti come una forma di “fascismo islamico” esasperato.
Un movimento che da sempre considera ogni occidentale
compromesso, anche quelli che, come Vik appunto si è battuto a costo della vita
per la causa palestinese.
Il motivo è semplice: la costituzione di un emirato
islamico a Gaza presuppone una terra etnicamente pura. Il salafismo è nemico di
ogni modernizzazione dell'islam. In tempi di giovani arabi che si ribellano,
Arrigoni predicava la mobilitazione dei giovani di Gaza per un cambiamento.
Aveva sottoscritto anche un manifesto con i suoi coetanei della Striscia in tal
senso. Ma nonostante le dichiarazioni del "ministro degli esteri" di
Hamas (faremo di tutto per liberarlo), la mobilitazione politica dei giovani
spaventa il partito islamico perché non mette per forza al primo posto Allah,
come si è visto in Egitto o in Tunisia.[1]
I motivi, le domande e molto altro ancora sulla morte
di Vik sono ancora molti e con molti lati oscuri.
E’ altrettanto vero poter dire che Vittorio era è un
ragazzo scomodo, un occidentale che si batteva a Gaza per i diritti dei Palestinesi,
ai quali, nonostante siano passate decadi, ancora la comunità internazionale
non riconosce come uno Stato di fatto.
Oggi però non è il caso di sollevare l’ennesima
diatriba sugli errori ma soprattutto sugli orrori commessi in quasi 60 anni
dallo Stato israeliano, nei confronti di centinaia di bambini e madri innocenti
palestinesi.
Oggi è il giorno di ricordare Vittorio. Un idealista,
un sognatore.
Vittorio Arrigoni era un’attivista per i diritti
umani dell’International Solidarity Movement.
Una persona che al contrario di molti trentenni che
si lamentano di non avere l’auto nuova ogni anno o la possibilità di andare in
vacanza al mare, aveva scelto una vita diversa, di sacrifici.
Una vita in cui raccontava in prima persona, ma anche
attraverso il suo blog: “guerrillia radio” tutte le atrocità che venivano
commesse dall’esercito israeliano nei Territori Occupati (sulla Striscia di
Gaza).
Ricordo che sfortunatamente venni a conoscenza del suo blog soltanto pochi giorni prima della sua morte. Mi
dispiacque davvero perché lui rappresentava tutti quegli ideali in cui anch’io
credo, ma che, a differenza mia Vik aveva scelto di vivere sul campo.
Era un ragazzo che non aveva paura della verità, una
persona che forse già conosceva il suo terribile destino, ma che nonostante
tutto ha combattuto fino all’ultimo
in ciò in cui credeva.
Ricordo di essere rimasto ammaliato dalla forza di
spirito della sua persona, delle sue parole, del suo agire. Purtroppo non ho
avuto e mai avrò la possibilità di stringergli la mano. Voglio pensare però che
queste mie poche parole possano arrivargli, ovunque lui sia.
Spesso le persone prendono come miti personaggi che
miti non sono.
Per questo, a differenza di molti altri che
(giustamente) citano sempre il suo libro: Gaza. Restiamo Umani, vorrei chiudere, mostrando un video in cui Vik critica aspramente un personaggio molto più "famoso"
di lui (Roberto Saviano), circa il suo pensiero pro-israeliano.
I veri miti sono altri. Apriamo gli occhi!
I veri miti sono altri. Apriamo gli occhi!
Grazie Vik per l'esempio che hai dato a tutti noi. Non ti dimenticherò.
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