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Salve a tutti. Come potete vedere, il titolo del mio blog prende spunto dalla parole di un personaggio storico molto controverso, ma che sicuramente ha lasciato un enorme segno: "Ye shall know the truth, and the truth shall make you free = conoscerete la verità, e questa vi renderà liberi". Ecco, ho reputato giusto titolare il mio blog in questo modo. La verità vi/ci renderà liberi. Ovviamente non predendo certo di essere io la Verità assoluta, questo blog ha soltanto l'intento di condividere con il maggior numero di persone, temi di attualità politica e sociale, toccando anche, se possibile argomenti "scottanti". Vorrei credere che all'interno di questo piccolo spazio virtuale, le persone si sentano libere di parlare, informarsi, ma sopratutto crescere culturalmente e non solo. Questo è il mio sogno/desiderio. Spero durante questo percorso di poter creare interessanti dibattiti contro ogni forma di censura. Non dobbiamo mai aver paura di manifestare il nostro dissenso e la nostra voglia costante di ricercare la verità nelle cose. "Possiamo essere liberi solo se tutti lo sono". Georg Hegel

4/27/2012

SORRIDI, SEI SU CCTV


Chi, camminando per strada nella propria città non ha mai visto, magari entrando in una banca o in una farmacia una telecamera di video sorveglianza che lo riprendeva?
Chi non ha mai, almeno una volta fatto un sorriso ad una videocamera dentro uno dei tanti autogrill italiani o in una metropolitana di una grande città?
Beh, diciamo che un po’ per spirito un po’ per goliardia, un sorriso non ha mai fatto male a nessuno, in fondo il numero di telecamere presenti nelle nostre città italiane non è (ancora) così invasivo da considerarci tutti attori o comparse di un grande Truman show.
In fondo il pensiero comune, fugace, nell’attimo in cui vediamo una telecamera è: “Guarda, una telecamera che mi sta riprendendo (ovviamente nessuno pensa le stesse esatte parole); cosa c’è di male, sono all’interno di una banca dove ci sono migliaia di euro, è giusto che sia tutto ripreso”.
Passiamo per vero e giusto un assunto del genere, anche se ci sarebbe anche qui qualcosa da ridire, visto che le telecamere possono “spaventare” noi comuni cittadini che paghiamo le tasse e rispettiamo il limite di velocità per le strade, ma che a quando pare non spaventano certo il ladro di turno improvvisato, o bande armate organizzate.
Dati alla mano, l’Italia è il paese in cui avviene il maggior numero di rapine a livello europeo.[1]
Il fine di questo post non è però quello di trattare l’argomento rapine vs telecamere in Italia.
Oggi avrei interesse ad approfondire un tema che ho davvero molto a cuore: il concetto di Privacy.
Secondo Wikipedia, tanto per citarne uno, per Privacy si intende: riservatezza o privatezza, è appunto il diritto alla riservatezza delle informazioni personali e della propria vita privata.[2]
Vita privata appunto.
Vi è mai capitato in questi anni di prenotare con i vostri amici, con la vostra ragazzo/a o con i vostri genitori un viaggio a Londra?
Capitale del fashion, del divertimento e della pazza gioia? (Questa fonte la devo verificare)...
Se la risposta è no, allora posso raccontarvi la mia esperienza, durante il mio soggiorno (circa un anno e mezzo), nella terra di sua immortale regina Elisabetta.
Ricordo ancora che la prima volta che misi piede nella tanto decantata Londra era maggio 2010, decisi di fare una toccata e fuga di tre giorni per una specie di ricognizione, prima di trasferirmi per un non precisato periodo.
Durante il mio primo viaggio ero troppo felice ed entusiasta della mia prossima avventura che non notai per niente ciò che di lì a pochi mesi avrei trovato mostruoso.
Giunsi a Londra in una calda giornata di fine luglio, bagagli alla mano e pieno di buone intenzioni.
Dopo un periodo di assestamento trovai casa nel quartiere chiamato Stepney Green, zona 2 ad est di Londra.
Il quartiere era esteticamente molto brutto, pieno di fastfood ricoperti da luci che davano più l’idea di essere nella Las Vegas dei poveri piuttosto che Londra. Di giardini all’inglese nemmeno a parlarne, però, come diceva chi ci viveva era cheap (economico).
Nei miei primi giorni in cui mi trasferii nella nuova casa, spesso mi capitava di girare per il quartiere, entrare nei negozi, curiosare, chiedere e alle volte comprare qualcosa.
Ricordo che rimasi allibito quando, entrando nei vari off licence, 99 cent, fish and chips, ero costantemente ripreso da un occhio freddo e metallico che riprendeva, passo per passo i miei movimenti, senza darmi scampo alcuno.
Da lì a poco, iniziai a fare caso sempre più spesso che le strade, le metropolitane, i negozi di qualsiasi genere, infine alcune case, erano tappezzate da cartelli che recitavano la seguente frase: “ for your safety and security cctv is in operation 24 hours”. Non credo si debba essere madrelingua per capire questo cartello.

Allora mi cominciai a domandare: “Beh, per la mia sicurezza qualcuno conosce esattamente ogni mio spostamento! Bah, sarà anche che io sono livornese (pensai) ma a me questa cosa un mi và punto bene (un po’ di dialetto non fa mai male)”.
Iniziai quindi a informarmi su questo, a mio avviso, problema telecamere e scoprii che, dati alla mano, a Londra ci sono esattamente 4,2 MILIONI di telecamere disposte in tutta la città.
QUATTROMILIONI di telecamere, 4 milioni per una città che ospita circa 7.556.905 persone.
Quasi, ripeto quasi un rapporto di uno ad uno.
Sapete quante telecamere ci sono a Roma? 1300 videocamere per sorvegliare una città grande come la capitale.
Ammettiamo anche che Londra sia grande 2,5 volte Roma, stando al numero di telecamere presenti nella capitale italiana, Londra ne dovrebbe ospitare al massimo e ripeto al massimo 3000, 3500. No 4,2 milioni.
Da qui il passaggio successivo è: si, ma Roma è una città notoriamente pericolosa.
Sempre dati alla mano, il dipartimento di polizia a Londra, sul proprio sito ha pubblicato una mappa dei crimini commessi sul territorio cittadino: http://www.murdermap.co.uk/murder-map.asp.
Qui è possibile vedere velocemente le statistiche di criminalità presenti nella città di Londra.
Questi dati sono utili per riflettere su una semplice considerazione che era anche la premessa di questo post.
Che cosa è la privacy ai giorni nostri? Servono davvero tutte queste migliaia di occhi elettronici che controllano giornalmente ogni nostro movimento, quando poi in ogni angolo di ogni strada è possibile essere rapinati, accoltellati, stuprati, in fine uccisi?
Ovviamente durante la mia permanenza a Londra, eccezion fatta per qualche scazzottata dovuta all’eccesso di alcool, non ho mai assistito a niente che poi abbia letto sui giornali.
Motivo per cui, pur considerando Londra una città con problematiche estese, criminalità fortemente presente, non la reputo così pericolosa da avere 4,2 milioni di telecamere.
L’esempio dei riots (rivolte) dello scorso agosto 2011 parla chiaro: per ben quattro giorni la città di Londra è stata letteralmente sotto il giogo di bande di quartiere, teppisti, delinquenti e chi più ne ha più ne metta.
Allora penso: “Io non sono certo un criminale, una persona pericolosa per la comunità, allora perché qualcuno dietro una scrivania che immagino essere fatta di legno e ossa umane, deve costantemente riprendere e sapere dove vado? Allora sono pericoloso?"
Queste ovviamente sono provocazioni. Non penso certo che le telecamere siano del tutto futili e al servizio di un ordine ben più grande.
Però mi chiedo, se 4,2 milioni di telecamere non sono servite a fermare per 4 giorni bande impazzite di ragazzi e ragazzini che hanno letteralmente messo a ferro e fuoco una capitale mondiale, a cosa servono? Dove la mia safety?
E soprattutto, che fine fa la nostra privacy?

Andrea Viaggi


[1] http://www.repubblica.it/cronaca/2010/06/30/news/la_met_delle_rapine_ue_avviene_in_italia_nel_2009_i_colpi_sono_stati_oltre_1700-5276627/

[2] http://it.wikipedia.org/wiki/Privacy

2 commenti:

  1. Caro Andrea,

    É davvero difficile trovare punti a favore dei sistemi di sorveglianza come quello basato sui CCTV a Londra.

    La privacy, nella migliore delle ipotesi, é ormai limitata alle proprie mura domestiche.

    L'aumento di sicurezza che ne consegue non giustifica assolutamente la quantitá di videocamere usate: solo a Londra, la precentuale ufficiale di crimini sventati grazie alle telecamere CCTV é al di sotto del 10%.

    E se anche la maggior parte dei crimini di Londra fossero sventati grazie alle telecamere,le vite di milioni di cittadini onesti sarebbero comunque registrate senza il loro consenso.

    Grazie alle tecniche di riconoscimento facciale attuali (i signori di Facebook ne fanno uso giá da un pó per suggerire i tag nelle foto che pubblichiamo) non solo sará possibile cercare una certa identitá attraverso CCTV, ma é possibile il processo inverso: attribuire un'identitá pressoché inequivocabile a qualsiasi persona venga ripresa.

    Questo é quello che piú mi spaventa. Ai cittadini di londra, ai turisti, ai criminali e agli onesti, non hanno mai chiesto il permesso per sapere tutto di loro. Quando si sa tutto di una persona, si controlla la persona. E la persona non é libera.

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  2. Caro Andre,

    ho ricevuto il tuo invito mentre ero in visita ad una delle città più belle del mondo (Budapest) con alcuni ragazzi erasmus spagnoli.
    Come spesso mi succede quando sono fuori da quel giogo televisivo-elettromagnetico che è l'Italia (e non solo) mi vengono pensieri e idee a ritmo almeno triplo rispetto a quando sono a casa. Quindi avevo particolare interesse nel seguire il tuo blog.

    dopo questa introduzione poco a tema rispetto al post,

    ti pongo solo una domanda:
    hai più paura, o ti senti più minacciato da una telecamera
    considera che delle 4,2 milioni posso pensare che la stragrande maggioranza proprio perche sono a CLOSE CIRCUIT non vengano monitorate da personaggi dietro le scrivanie di pelle umana
    ma rimangono su nastri una volta, adesso memory che hanno un determinato tempo di registrazione; metti qualche ora o giorni e probabilmente vengono usate per la loro originale destinazione d'uso: chiudo il negozio, mi manca un gps in vetrina, riguardo il nastro e vedo chi e quando me lo ha rubato, poi denuncio alla polizia e giro il nastro a loro.

    ti dicevo dunque, temi più queste telecamere o il sapere che già da ora anche se noi in italia non tantissimo (in spagna, si) gli acquisti che fai con carta di credito finiscono in un database per tracciare un profilo commerciale, se va bene??

    La mia privacy la vedo molto più invasa se mi controllano quello che compro e che uso, rispetto a se mi vedono con una telecamera in un negozio di ferramenta.

    Un abbraccio da un piovoso primo maggio livornese, nel quale infatti in barba al senso stesso del giorno, stavo lavorando.

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