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Salve a tutti. Come potete vedere, il titolo del mio blog prende spunto dalla parole di un personaggio storico molto controverso, ma che sicuramente ha lasciato un enorme segno: "Ye shall know the truth, and the truth shall make you free = conoscerete la verità, e questa vi renderà liberi". Ecco, ho reputato giusto titolare il mio blog in questo modo. La verità vi/ci renderà liberi. Ovviamente non predendo certo di essere io la Verità assoluta, questo blog ha soltanto l'intento di condividere con il maggior numero di persone, temi di attualità politica e sociale, toccando anche, se possibile argomenti "scottanti". Vorrei credere che all'interno di questo piccolo spazio virtuale, le persone si sentano libere di parlare, informarsi, ma sopratutto crescere culturalmente e non solo. Questo è il mio sogno/desiderio. Spero durante questo percorso di poter creare interessanti dibattiti contro ogni forma di censura. Non dobbiamo mai aver paura di manifestare il nostro dissenso e la nostra voglia costante di ricercare la verità nelle cose. "Possiamo essere liberi solo se tutti lo sono". Georg Hegel

7/21/2012

Tu che straparli di Carlo Giuliani, conosci l’orrore di Piazza Alimonda?



Partiamo da una verità di base: tutto quello che la maggioranza degli italiani sa della morte di Carlo Giuliani è falso.
Pochi giorni fa, in Piazza Alimonda, i soliti ignoti hanno danneggiato la targa in memoria di Carlo, imbrattandola con un getto di inchiostro nero. Le parole più belle per commentare quest’episodio, in apparenza piccolo, le ha scritte Carlo Gubitosa:
«Cari Elena, Giuliano, Haidi, pensavamo che fosse una targa, destinata a rimanere lì sfidando il tempo per fare memoria. Invece abbiamo scoperto che è un termometro dell’intolleranza, una cartina di tornasole della vigliaccheria, una centralina di rilevamento della bestialità. Ancora una volta in piazza Alimonda emerge il meglio e il peggio della società, e la vitalità di un marmo inerte solo in apparenza si anima per diventare megafono di denuncia dell’anticultura repressiva più brutale. Non rattristatevi per questo episodio, servirà da monito per i tanti, i troppi che vogliono chiudere quella parentesi aperta undici anni fa per lasciarsi alle spalle quello che dovremmo tenere sempre davanti a futura memoria.»
Dopo aver letto queste frasi, però, ci è tornata in mente l’eco di mille, diecimila, centomila conversazioni e dichiarazioni piene zeppe di “sì, ma”:
- Sì, è triste che sia morto un ragazzo, ma in fondo stava per lanciare un estintore…
- Capisco che il padre e la madre facciano tutto ‘sto casino, è naturale, ma il loro figliolo non era un santo, era un teppista col passamontagna.
- Che palle con ‘sto Giuliani, al povero carabiniere che si è dovuto difendere non ci pensa nessuno?
Dicevamo: tutto quello che la maggioranza degli italiani sa della morte di Carlo è falso. Lo riscontriamo da anni, e lo abbiamo visto con maggiore intensità nei giorni scorsi, dopo le ultime sentenze della Cassazione sui giorni del G8. La “camionetta isolata e bloccata”, un estintore (vuoto) trasformato in arma letale… L’ignoranza su quell’episodio è trasversale, non conosce appartenenze di partito o coalizione.  E’ passata – anche nelle aule di tribunale – una “verità di regime”, confezionata già nella prima ora dopo l’uccisione di Carlo e mantenuta grazie a un’accorta vigilanza mediatica.
Ma vigilanza contro cosa?
Vigilanza contro qualunque tentativo di – letteralmente – allargare l’inquadratura e, al tempo stesso, inserire l’episodio nella sua temporalità, nella concatenazione di eventi di quell’orribile pomeriggio.
La generazione più giovane ha avuto in eredità Genova come “peccato originale”. Ogni volta che si scende per le strade, gli spettri di Genova trascinano le loro catene: in primis “i Black Block” (espressione che esiste solo in Italia, nel resto del mondo si parla correttamente del Black Bloc, ma quella contro l’anglicorum è da anni una battaglia persa), e poi Carlo col “suo” estintore. Sempre l’estintore. Atmosfere e atmosfere di fiato sprecato su quel cazzo di estintore.
Dal 2001 a oggi, approfondite controinchieste hanno attinto all’immenso tesoro di immagini – fisse e in movimento – emerse nel corso degli anni, smontando e rimontando l’intera sequenza di Piazza Alimonda. La sequenza estesa, non solo i pochi secondi visti mille volte eppure mai compresi. La verità ufficiale ne esce sgretolata, ma… c’è un ma.
Fuori degli ambiti di movimento, fuori dal milieu dei “genovologi” e dei noi-che-c’eravamo, chi cazzo le conosce le controinchieste? Chi ha letto l’inchiesta L’orrore in Piazza Alimonda, su quel che è accaduto a Carlo – ancora vivo – subito dopo la retromarcia del defender?
Nessuno, e infatti si sentono ogni volta le stesse due o tre idiozie, si riattiva il frame del “violento che se l’è cercata”, del “carabiniere che si è difeso”, “se era un così bravo ragazzo che ci faceva col passamontagna e l’estintore?” etc.
Nel 2006 il Comitato “Piazza Carlo Giuliani” ha prodotto un documentario intitolato La trappola. Da allora lo ha più volte arricchito man mano che si acquisivano nuovi elementi. La trappola è oggi il compendio più fruibile delle verità emerse da un enorme, pluriennale lavoro di indagine. Riassume, per dirla con un compagno che conosciamo, “lo stato dell’arte nella ricostruzione della morte di Carlo”. Nelle parole di chi lo ha prodotto, il documentario «ricostruisce l’uccisione di Carlo e le violenze efferate compiute sul suo corpo, partendo da tutto ciò che deve essere considerato causa e premessa dell’omicidio».
Abbiamo deciso di recuperarlo. Vi consigliamo di guardarlo (magari non da soli né a notte fonda) e, in seguito, di pensare a come questa storia viene ancora narrata nel discorso dominante, e quali luoghi comuni si siano affermati.


Vi chiediamo giusto un paio di cose:
- commentate qui sotto solo dopo aver visto La trappola e/o letto “L’orrore in Piazza Alimonda” e/o altre controinchieste linkate.
- negli eventuali commenti, cerchiamo di andare oltre affermazioni tautologiche come “Sbirri assassini!”. Ci piacerebbe riflettere insieme su come si impongono le verità ufficiali, su quali meccanismi e automatismi si basa la loro costruzione, sugli effetti prodotti dal restringimento dell’inquadratura etc.
Ci interessa smontare le “narrazioni tossiche”.
Uhm… Ci accorgiamo di non averlo scritto da nessuna parte, diamo per scontato che tutti lo sappiano, ma forse va ricordato agli smemorati.
Domani è il 20 luglio.
“Buon” anniversario.
Tratto da: http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=9071

7/07/2012

Film per il Weekend: Zeitgeist: The movie


Questo fine settimana vorrei proporre a tutti coloro che avranno voglia e tempo da dedicare un film/documentario: Zeitgeist: the movie, che letteralmente mi aprì gli occhi su molte dinamiche "oscure" circa il potere della Chiesa ed i vari complotti perpetuati nei secoli. 
Non voglio fare nessuno prologo al film in quanto credo siano circa due ore e mezzo di fatti documentati di cui dovremmo tutti essere a conoscenza. Ovviamente, come ogni documentario d'inchiesta, gli occhi e la mente devono rimanere assolutamente critici e non per forza quelle narrate devono essere verità assolute.
Lo scopo è altresì quello di smuovere le proprie coscienze e cercare di vivere la propria vita (per quanto possibile) al pieno della nostra libertà civica e sociale. 
Qui sotto trovate il film per intero. 

Che dire. Buona visione?

Buon fine settimana

P.s. Il film è in Inglese ma è sottotitolato in Italiano



Andrea Viaggi