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Salve a tutti. Come potete vedere, il titolo del mio blog prende spunto dalla parole di un personaggio storico molto controverso, ma che sicuramente ha lasciato un enorme segno: "Ye shall know the truth, and the truth shall make you free = conoscerete la verità, e questa vi renderà liberi". Ecco, ho reputato giusto titolare il mio blog in questo modo. La verità vi/ci renderà liberi. Ovviamente non predendo certo di essere io la Verità assoluta, questo blog ha soltanto l'intento di condividere con il maggior numero di persone, temi di attualità politica e sociale, toccando anche, se possibile argomenti "scottanti". Vorrei credere che all'interno di questo piccolo spazio virtuale, le persone si sentano libere di parlare, informarsi, ma sopratutto crescere culturalmente e non solo. Questo è il mio sogno/desiderio. Spero durante questo percorso di poter creare interessanti dibattiti contro ogni forma di censura. Non dobbiamo mai aver paura di manifestare il nostro dissenso e la nostra voglia costante di ricercare la verità nelle cose. "Possiamo essere liberi solo se tutti lo sono". Georg Hegel

5/19/2012

Racconto di un passato sempre presente



Oggi vorrei trattare un tema un po’ controverso e complicato. Onestamente ho avuto qualche difficoltà e molti ripensamenti prima di convincermi che si: “E’ giusto che la gente sappia, che sene parli, che tutto ciò non rimanga in qualche modo impunito”. 
Quella che state per leggere è la vera storia di una persona a me cara, vissuta sulla sua pelle. Una pelle innocente che è stata depauperata della sua innocenza da una persona tanta vigliacca quanto subdola e meschina. Prima di pubblicarla abbiamo concordato insieme che non avremmo pubblicato il suo vero nome, ma uno di circostanza.
Ho reputato comunque giusto e importante riportare la vera esperienza (traumatica è dire niente) di un tema quanto mai attuale e sommerso: La pedofilia.
A me ogni volta che la rileggo questa lettera che mi mandò anni fa, vengo i brividi. Fortunatamente posso altrettanto dire che lo sfortunato protagonista di questa vicenda, oltre ad essere una delle persone a me più care, è riuscito con gli anni e con la volontà a diventare una splendida persona ed un ottimo amico.
Volevo soltanto dirli: Ti voglio bene e grazie per la tua testimonianza. Che questa possa essere in qualche modo di aiuto a tutti bambini che hanno avuto un passato simile. Perché questo non accada più e perché queste bestie vengano fermate! E’ importante uscire allo scoperto.
Buona lettura e spero che ciò possa far aprire gli occhi a molti. Purtroppo queste cose succedono anche in paesi “moderni” e “sviluppati”. Ho finito le parole. Scusate. 
P.s. Vi chiedo per favore di non chiedermi (anche in privato) il nome di questa persona perché tanto non vi dirò niente, fidatevi soltanto del fatto che purtroppo questa non è una leggenda ma una triste storia vera...

Andrea Viaggi


Non è mai facile descrivere le emozioni di un passato che si è cercato tutta la vita di dimenticare, superare. Un passato lastricato di ricordi, a volte quasi volutamente confusi, che parlano di te, soggetto e protagonista di un film che non avresti mai voluto girare e interpretare.
Attenzioni, tenerezze, fiducia, a dodici anni sono parole che descrivono la famiglia, la tua famiglia e il gioco rappresentano il comune denominatore del tuo essere: un innocente fanciullo.
Ma a volte ciò che deve essere per natura giocoso, diventa marcio e aberrante così, uno zio, lo zio compagno di giochi tradisce la tua fiducia incondizionata e ti trascina, pian piano, in un lungo tunnel dove riesci a malapena a respirare.
Così il gioco assume prospettive ogni giorno diverse, la scoperta della tua sessualità, quel limpido processo che accompagna la vita di ogni ragazzo diventa complicato, sporco, difficile da capire, tra innocenza intrinseca e malizia forzata, tra candida ingenuità e brutale realtà.
Gli incontri diventano via via più frequenti, via via più segreti, in principio pensavi che in fondo non c'è niente di male perché sono con zio, non può esserci male.
Allora ti lasci andare, intuisci che qualcosa è cambiato, l'innocenza ha lasciato il posto alla più inconcepibile delle pratiche ma c'è qualcosa che quasi ti blocca, che ti fa andare avanti a continuare e che ti rende complice di un reato che stai solo subendo.
L'ambiguo non è più ambiguo, quello che poteva sembrare un gioco un po' spinto si palesa per quello che è: sesso.
E la scoperta fa male più di una pugnalata ma decidi di chiuderti a riccio nel silenzio, nessuno deve sapere, nessuno deve capire, nessuno deve poter giudicare, nessuno mi può capire e aiutare.
Gli anni passano, gli incontri continuano e ti senti sempre più sporco, come macchiato di un delitto, non capendo che l'unico delitto è il furto della tua innocenza ma preferisci ogni giorno indossare una maschera, ti senti solo in mezzo agli altri, ma devi e vuoi andare avanti, seppellendo le tue emozioni e i tuoi gridi disperati d'aiuto, sei caduto nel baratro e quella maschera è fondamentale: ogni giorno va in scena la vita di figlio, amico, studente e fratello normale, magari anche allegro e spensierato ma a sera, quando i riflettori si spengono e ti togli quella fottuta maschera dalla faccia avresti voglia di piangere, a volte lo fai e implodi quel grido straziante dal cuore che si chiede: perché proprio a me?
E' l'inizio della fine, non sei più lo stesso, i piccoli problemi diventano montagne insormontabili e ti lasci travolgere e trasportare dall'inerzia del quotidiano.
Gli amici diventano conoscenti con cui passi la maggior parte del tuo tempo e la scuola, un passatempo per impiegare le mattinate, con risultati ovvi che prendono a pugni il tuo orgoglio di sempre ottimo studente, così cambi scuola per non perdere un anno, consapevole di aver perso solo te stesso.
Ti rendi conto di aver toccato il fondo, soffri ma non lo dai a vedere, ti ostini a non cercare aiuto e incominci a convincerti che l'anormale sia diventato normale, o perlomeno lo è per te. Così ti imponi che quell'incontri non sono così riprovevoli ma ti piacciono, incentivati da uno zio che ti lusinga e comincia a pagarti come una vile puttana.
Dentro di te pensi che tutto sia perduto, t’infogni ed entri ancora di più nella parte che lo sceneggiatore di questo film horror ha scritto per te, arrivi persino a cercarlo e chiamarlo tu, come a tentare un suicidio morale ,per la cronaca, perfettamente riuscito.
Poi ad un tratto vedi la luce in fondo al tunnel, quanto mai insperata e desiderata, si tratta di una ragazza di cui ti innamori alla follia, in lei trovi ascolto e comprensione e ti da coraggio, il coraggio di mettere la parola fine allo scempio della tua adolescenza, avevi disperato bisogno di una scintilla e a lei ti aggrappi con tutta la forza che puoi, dando troppa responsabilità però ad un allora diciottenne.
Intuisci la strada giusta da percorrere ma hai ancora bisogno di tempo per razionalizzarla, aprirti e con la parola, l'affetto e la comprensione di chi ti circonda lavare le profonde e quasi indelebili macchie di anni di abusi. Lavare quell'ossessivo quanto paradossale senso di colpa che ti stringeva l'animo, quell'inconcepibile sensazione che offusca la verità e che ti vuole complice alla pari di chi ti ha semplicemente rovinato la vita.
Decidi di non denunciarlo per il bene tuo e della tua amata famiglia, non vuoi scandali, non vuoi terremoti, vuoi solo giustizia e la tanto agognata serenità. Allora decidi che sarà lui a pagarti la psicoterapia, e non ammetterai se o ma che comunque non ci sono stati.
Giusta o sbagliata la scelta ha portato i suoi frutti, oggi posso dire di essere cambiato perché ho avuto la forza, la fortuna e il coraggio di affrontare ciò che è stato con la luce della ragione, del confronto. Non è stato facile e non lo è tuttora, certe cose non si cancellano ma si guardano con gli occhi di chi non vuole arrendersi per quanto la strada sia in salita, facendo tesoro e cercando di trarre il meglio dal suo passato sempre presente.
  
Guy Fawkes

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