Oggi vorrei trattare un tema un po’ controverso e
complicato. Onestamente ho avuto qualche difficoltà e molti ripensamenti prima
di convincermi che si: “E’ giusto che la gente sappia, che sene parli, che
tutto ciò non rimanga in qualche modo impunito”.
Quella che state per leggere è la vera storia di una
persona a me cara, vissuta sulla sua pelle. Una pelle innocente che è stata
depauperata della sua innocenza da una persona tanta vigliacca quanto subdola e
meschina. Prima di pubblicarla abbiamo concordato insieme che non avremmo
pubblicato il suo vero nome, ma uno di circostanza.
Ho reputato comunque giusto e importante riportare la
vera esperienza (traumatica è dire niente) di un tema quanto mai attuale e
sommerso: La pedofilia.
A me ogni volta che la rileggo questa lettera che mi
mandò anni fa, vengo i brividi. Fortunatamente posso altrettanto dire che lo
sfortunato protagonista di questa vicenda, oltre ad essere una delle persone a
me più care, è riuscito con gli anni e con la volontà a diventare una splendida
persona ed un ottimo amico.
Volevo soltanto dirli: Ti voglio bene e grazie per la
tua testimonianza. Che questa possa essere in qualche modo di aiuto a tutti
bambini che hanno avuto un passato simile. Perché questo non accada più e
perché queste bestie vengano fermate! E’ importante uscire allo scoperto.
Buona lettura e spero che ciò possa far aprire gli
occhi a molti. Purtroppo queste cose succedono anche in paesi “moderni” e
“sviluppati”. Ho finito le parole. Scusate.
P.s. Vi chiedo per favore di non chiedermi (anche in privato) il nome di questa persona perché tanto non vi dirò niente, fidatevi soltanto del fatto che purtroppo questa non è una leggenda ma una triste storia vera...
Andrea Viaggi
Non è mai facile descrivere
le emozioni di un passato che si è cercato tutta la vita di dimenticare,
superare. Un passato lastricato di ricordi, a volte quasi volutamente confusi,
che parlano di te, soggetto e protagonista di un film che non avresti mai
voluto girare e interpretare.
Attenzioni, tenerezze,
fiducia, a dodici anni sono parole che descrivono la famiglia, la tua famiglia
e il gioco rappresentano il comune denominatore del tuo essere: un innocente
fanciullo.
Ma a volte ciò che deve
essere per natura giocoso, diventa marcio e aberrante così, uno zio, lo
zio compagno di giochi tradisce la tua fiducia incondizionata e ti trascina,
pian piano, in un lungo tunnel dove riesci a malapena a respirare.
Così il gioco assume prospettive
ogni giorno diverse, la scoperta della tua sessualità, quel limpido processo
che accompagna la vita di ogni ragazzo diventa complicato, sporco, difficile da
capire, tra innocenza intrinseca e malizia forzata, tra candida ingenuità e
brutale realtà.
Gli incontri diventano via
via più frequenti, via via più segreti, in principio pensavi che in fondo non
c'è niente di male perché sono con zio, non può esserci male.
Allora ti lasci andare,
intuisci che qualcosa è cambiato, l'innocenza ha lasciato il posto alla più
inconcepibile delle pratiche ma c'è qualcosa che quasi ti blocca, che ti fa
andare avanti a continuare e che ti rende complice di un reato che stai solo
subendo.
L'ambiguo non è più ambiguo,
quello che poteva sembrare un gioco un po' spinto si palesa per quello che è:
sesso.
E la scoperta fa male più di
una pugnalata ma decidi di chiuderti a riccio nel silenzio, nessuno deve
sapere, nessuno deve capire, nessuno deve poter giudicare, nessuno mi può
capire e aiutare.
Gli anni passano, gli incontri
continuano e ti senti sempre più sporco, come macchiato di un delitto, non
capendo che l'unico delitto è il furto della tua innocenza ma preferisci ogni
giorno indossare una maschera, ti senti solo in mezzo agli altri, ma devi e
vuoi andare avanti, seppellendo le tue emozioni e i tuoi gridi disperati
d'aiuto, sei caduto nel baratro e quella maschera è fondamentale: ogni giorno
va in scena la vita di figlio, amico, studente e fratello normale, magari anche
allegro e spensierato ma a sera, quando i riflettori si spengono e ti togli
quella fottuta maschera dalla faccia avresti voglia di piangere, a volte lo fai
e implodi quel grido straziante dal cuore che si chiede: perché proprio a me?
E' l'inizio della fine, non
sei più lo stesso, i piccoli problemi diventano montagne insormontabili e ti
lasci travolgere e trasportare dall'inerzia del quotidiano.
Gli amici diventano
conoscenti con cui passi la maggior parte del tuo tempo e la scuola, un
passatempo per impiegare le mattinate, con risultati ovvi che prendono a pugni
il tuo orgoglio di sempre ottimo studente, così cambi scuola per non perdere un
anno, consapevole di aver perso solo te stesso.
Ti rendi conto di aver
toccato il fondo, soffri ma non lo dai a vedere, ti ostini a non cercare aiuto
e incominci a convincerti che l'anormale sia diventato normale, o perlomeno lo
è per te. Così ti imponi che quell'incontri non sono così riprovevoli ma ti
piacciono, incentivati da uno zio che ti lusinga e comincia a pagarti come una
vile puttana.
Dentro di te pensi che tutto
sia perduto, t’infogni ed entri ancora di più nella parte che lo sceneggiatore
di questo film horror ha scritto per te, arrivi persino a cercarlo e chiamarlo
tu, come a tentare un suicidio morale ,per la cronaca, perfettamente riuscito.
Poi ad un tratto vedi la
luce in fondo al tunnel, quanto mai insperata e desiderata, si tratta di una
ragazza di cui ti innamori alla follia, in lei trovi ascolto e comprensione e
ti da coraggio, il coraggio di mettere la parola fine allo scempio della tua
adolescenza, avevi disperato bisogno di una scintilla e a lei ti aggrappi con
tutta la forza che puoi, dando troppa responsabilità però ad un allora
diciottenne.
Intuisci la strada giusta da
percorrere ma hai ancora bisogno di tempo per razionalizzarla, aprirti e con la
parola, l'affetto e la comprensione di chi ti circonda lavare le profonde e
quasi indelebili macchie di anni di abusi. Lavare quell'ossessivo quanto
paradossale senso di colpa che ti stringeva l'animo, quell'inconcepibile
sensazione che offusca la verità e che ti vuole complice alla pari di chi ti ha
semplicemente rovinato la vita.
Decidi di non denunciarlo
per il bene tuo e della tua amata famiglia, non vuoi scandali, non vuoi
terremoti, vuoi solo giustizia e la tanto agognata serenità. Allora decidi che
sarà lui a pagarti la psicoterapia, e non ammetterai se o ma che comunque non
ci sono stati.
Giusta o sbagliata la scelta
ha portato i suoi frutti, oggi posso dire di essere cambiato perché ho avuto la
forza, la fortuna e il coraggio di affrontare ciò che è stato con la luce della
ragione, del confronto. Non è stato facile e non lo è tuttora, certe cose
non si cancellano ma si guardano con gli occhi di chi non vuole arrendersi
per quanto la strada sia in salita, facendo tesoro e cercando di trarre il
meglio dal suo passato sempre presente.
Guy
Fawkes
Nessun commento:
Posta un commento