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Salve a tutti. Come potete vedere, il titolo del mio blog prende spunto dalla parole di un personaggio storico molto controverso, ma che sicuramente ha lasciato un enorme segno: "Ye shall know the truth, and the truth shall make you free = conoscerete la verità, e questa vi renderà liberi". Ecco, ho reputato giusto titolare il mio blog in questo modo. La verità vi/ci renderà liberi. Ovviamente non predendo certo di essere io la Verità assoluta, questo blog ha soltanto l'intento di condividere con il maggior numero di persone, temi di attualità politica e sociale, toccando anche, se possibile argomenti "scottanti". Vorrei credere che all'interno di questo piccolo spazio virtuale, le persone si sentano libere di parlare, informarsi, ma sopratutto crescere culturalmente e non solo. Questo è il mio sogno/desiderio. Spero durante questo percorso di poter creare interessanti dibattiti contro ogni forma di censura. Non dobbiamo mai aver paura di manifestare il nostro dissenso e la nostra voglia costante di ricercare la verità nelle cose. "Possiamo essere liberi solo se tutti lo sono". Georg Hegel

4/12/2012

C’ERA UNA VOLTA LA COMUNICAZIONE POLITICA E I POLITICI


Credo che in un blog sulla comunicazione, specialmente quando un argomento si rivolge alle masse, il tema della comunicazione politica sia di forte valenza e interesse comune, soprattutto ai giorni nostri.
Credo anche, che i tempi (almeno per il sottoscritto) siano maturi per riprendere, ma soprattutto portare a un nuovo e diverso livello, il main focus del mio blog.
Il Fatto curioso è che questa necessità nasce da una repulsione sempre più forte e convinta nei confronti delle persone che, a detta della Costituzione Italiana, dovrebbero essere i portatori della nostra parola, dei nostri valori e dei nostri voleri.
Non c’è nessuna volontà polemica nei confronti del singolo uomo o del partito di turno.
Lo scopo principale sarà quello di fare un’analisi, per quanto mi sarà possibile, critica e obiettiva non tanto della politica che legifera, ma di come questa si pone, a livello mediatico e comunicativo, nei confronti dei cittadini che dovrebbe rappresentare.  
Ovviamente la mia analisi avrà sicuramente dei lati bui, delle mancanze e degli errori di fondo, ma posso altresì dire che avranno la faccia pulita di un bambino di pochi mesi al quale è possibile perdonare qualsiasi cosa.
I miei errori di analisi critica, saranno in qualche modo dovuti dal fatto che da circa due anni, al pari di molti miei coetanei, ho lasciato l’Italia, se vogliamo anche con un certo rammarico, per capire se il mondo lo possiamo riassumere con le parole degli anziani: “Tutto il mondo è paese”, o se, come invece credo, la situazione italiana è a modo suo affascinante per quanto perversa, sui generis e senza un paragone possibile ad un altro Stato straniero.
Credo che il punto migliore da dove partire sia sicuramente la nuova fase di corruzione che si sta palesando sotto gli occhi dei sempre meno increduli cittadini italiani.
Per fare questo credo anche che sia importante tornare un attimo con la memoria al passato, ripercorrendo velocemente quella fase storico-politica in cui per la prima volta nel nostro Paese, venne a galla un sistema di corruzione e tangenti senza precedenti nella storia italiana. Era l’epoca di Mani pulite, quando uno dei più grandi giornalisti della nostra storia, Enzo Biagi, scriveva: “Tutto era cominciato un mattino d'inverno, il 17 febbraio 1992, quando, con un mandato d'arresto, una vettura dal lampeggiante azzurro si era fermata al Pio Albergo Trivulzio e prelevava il presidente, l'ingegner Mario Chiesa, esponente del Partito Socialista Italiano, con l'ambizione di diventare sindaco di Milano. Lo pescano mentre ha appena intascato una bustarella di sette milioni, la metà del pattuito, dal proprietario di una piccola azienda di pulizie che, come altri fornitori, deve versare il suo obolo, il 10 per cento dell'appalto che in quel caso ammontava a 140 milioni”.
All’epoca di Mani Pulite, io avevo presso a poco 7 anni.
Difficile per un bambino di sette anni capire il momento politico che stava attraversando l’Italia di quegli anni.
Ricordo però chiaramente la televisione. Ricordo come, nei giorni e nei mesi che certo pool? (parola allora a me sconosciuta) di magistrati, guidato dal procuratore capo Francesco Saverio Borrelli, avevano trovato, e senza alcune indugia, letteralmente scoperchiato il vaso di Pandora di corruzione e bustarelle della politica italiana. Un sistema che includeva: corruzione, concussione e finanziamento illecito ai partiti ai livelli più alti del mondo politico e finanziario italiano, che fu poi chiamato, Tangentopoli.
In quel caso, furono coinvolti ministri, deputati, senatori, imprenditori, fino ad arrivare a ex presidenti del Consiglio.
Ecco, io ricordo la televisione che mostrava due facce di una stessa medaglia: da un lato i partiti con i suoi esponenti che si ritrovarono letteralmente immersi nello scandalo che portò, oltre alla morte fisica di esponenti politici e non, alla fine dei principali partiti italiani, tra cui: la Democrazia Cristiana, il Partito Socialista Italiano, il PSDI e il PLI,  tanto che successivamente si arrivò a parlare di una nuova fase italiana detta Seconda Repubblica.
Ecco, io mi ricordo di come questo tema fu affrontato dai giornali in modo caparbio, senza indugiare, con giornalisti e Pm in qualche modo “uniti” da uno stesso intento di trovare i cattivi e fare giustizia, ma soprattutto di un popolo italiano allibito che finalmente mostrava la sua vera forza e indignazione.
Credo sia fondamentale soffermarsi un attimo, sulle reazioni che ebbero i cittadini italiani, traditi da un movimento politico che non rappresentava in nessun modo, quelli’idea di Stato che (poco) ci insegnano nelle scuole.
 A differenza di allora ad esempio, in cui l’opinione pubblica dopo l'iniziale smarrimento, si schierò in massa dalla parte dei PM: la giustificazione stessa della legge sul finanziamento pubblico ai partiti, era percepita come priva di senso, visto che per anni era stata spiegata con le necessità di sostentamento della politica ed ora si scopriva che ciò non aveva fatto venir meno la corruzione. Oggi c’è sostanziale disinteresse, si è creato nei cuori degli italiani una sorta di callo duro da togliere in cui, la corruzione politica generale ha portato l’italiano medio a pensare che tanto i politici sono tutti uguali, corruttibili e corruttori.
Ma, tornando per un attimo al passato, uno dei primi grossi cambiamenti che si ottenne, (almeno sul momento) con la scoperta di Tangentopoli, fu proprio l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti.
Prima grande farsa all’italiana venduta dai politici ai propri elettori: difatti, dopo l’abolizione del finanziamento ai partiti, questo venne reintrodotto sotto forma diversa con la cosiddetta legge elettorale “porcata” e con l’immediata reintroduzione del finanziamento dei partiti, nonostante fosse stato abrogato nel 1993 con referendum dagli Italiani, fu reintrodotto con un nome diverso (rimborsi elettorali) nello stesso anno.
Consentitemi di dirlo: l’ennesima presa di culo dei rappresentanti dello Stato dei confronti  dei propri cittadini.
Questa mia lunga premessa l’ho ritenuta fondamentale per capire, seppur a grandi linee, se esiste un parallelo tra la vecchia Tangentopoli e ciò che sta succedendo in questi giorni.
Ritornando quindi al presente, vorrei prendere spunto da un’analisi sarcastica ma molto pungente fatta dal comico Maurizio Crozza, intervenuto come ogni martedì alla trasmissione politica Ballarò, in cui, con sottilissima ironia, si sofferma su un punto che credo sia importante tener presente, per cercare di capire come sia stato possibile che dei Tesorieri di partito prima e degli esponenti politici poi,  abbiamo potuto rubare milioni di euro alle casse dello Stato.
Inoltre, tanto per far capire la mia buona fede in ciò che sto scrivendo, vorrei citare una testata giornalistica che senza dubbio non fa parte del mio modus pensantis.

Per riassumere: in un articolo apparso due giorni fa sul quotidiano Il Giornale, il giornalista Paolo Bracalini, fa un’analisi dei Rimborsi elettorali, in cui Titola:

Italia sprecona Londra spende 25 volte di meno In Inghilterra la spesa annuale è di 12 milioni di euro da noi di 289. In Spagna un tetto a 82 milioni”.
E’ interessante cercare di capire come sia possibile che in un paese come l’Italia, i costi della politica siano esponenzialmente alti comparati con altri paesi Europei simili in qualche modo a noi, per storia, economia e popolazione.
La mia risposta almeno per quando riguarda la parte di comunicazione politica è la seguente:
Non esiste alcun parallelo con la Tengentopoli della Prima Repubblica.
Ciò che sta avvenendo oggi è lo specchio di una società corrotta e senza il minimo basilare valore nei confronti e nel rispetto degli altri.
I nostri politici semplicemente cavalcano quest’onda di disinteresse collettivo, facendo più che possono i loro interessi, fino a quando anche loro non esagerano e vengono scovati.

Ma almeno, durante gli scandali che portano alla luce la corruzione delle varie correnti politiche, tra cui Il Partito Socialista di Craxi, almeno, e questo non avrei mai creduto di scriverlo, vi erano degli uomini, che per vergogna si sono autosospesi, sono scappati in altri paesi, hanno avuto il “coraggio” di farsi processare, in ultima istanza si sono uccisi.
Sembra assurdo e paradossale ma in Italia ormai chi decide di non avvalersi del diritto parlamentare a non farsi processare, o chi decide di avere un processo che sia equo senza aspettare i vari rinvii a giudizio e le varie prescrizioni, è almeno davanti ai miei occhi un uomo.
La classe politica che abbiamo davanti non è fatta di uomini, è fatta di persone furbe, meschine, doppio-giochiste, arriviste, ma soprattutto non preparate, ignoranti e quel che è peggio bugiarde.
Ricordo, durante i miei anni di formazione più che politica, culturale, di persone appassionate come Berlinguer, di sognatori come Togliatti, di politici come Alcide De Gasperi, di uomini insomma che facevano della loro forte passione per la Cosa pubblica, uno stile di vita, e che sapevano di quanto importante fosse il ruolo istituzionale che ricoprivano.
Ecco, questi erano grandi uomini prima di essere grandi comunicatori, persone che sapevano toccare il cuore delle persone.
I politici di oggi sanno solo toccare il portafoglio di persone che realmente non hanno un futuro davanti a sé.
Non è tanto il fatto di dire, gli italiani non arrivano più alla fine del mese, qui si tratta di un piano diverso.
Qui non esiste futuro per nessuno, ma continuiamo a farci governare da persone che tutto sono tranne che politici o comunicatori.
 Questa nuova classe politica non si rivolge al cittadino, non conosce le problematiche economiche della famiglia media, ma soprattutto non è il loro interesse primario.
Perché nessun politico è colto da infarto durante un comizio, perché nessuno difende i nostri interessi? Perché nessuno va in Parlamento nemmeno quando dovrebbe, perché se parli di NO TAV subito vieni additato dalla politica come anarchico senza ideali. La risposta è semplice: perché oltre ad avere sempre interessi economici propri in ballo, non hanno né la voglia né la competenza di argomentare le proprie posizioni.
Questa è la parte più triste.
Abbiamo una classe politica che non ci rappresenta, ma purtroppo anche se ci rappresentasse non avrebbe i mezzi culturali per farlo.
Visto che, è notizia di questi giorni che un partito come la Lega Nord, che da sempre si batteva contro Roma ladrona, viene scoperta con le mani nella marmellata a comprare diplomi e lauree.  
Arrivo quindi alla conclusione di quello che sarà il futuro quanto meno del mio blog.
Reputo fondamentale, con i giorni che stiamo vivendo, far sentire il più possibile il nostro disappunto nei confronti di chi ci governa, o almeno dovrebbe farlo.
Vorrei terminare questa mia riflessione con due domande:
-       Fino a che punto è giusto ingoiare e accettare questo stato di cose? In cui chi dovrebbe rappresentarci, fa soltanto i propri meschini interessi e dei pochi lecca piedi che si portano a giro?
-       Esiste un limite di sopportazione non violenta oltre il quale è giusto non andare o forse è giusto che i cittadini si riprendano ciò che è loro di diritto, cioè la possibilità di avere al Governo persone DEGNE, INCORRUTTIBILI e ONESTE?

Concludo con una famosa frase ovviamente non mia:
I popoli non dovrebbero aver paura dei propri governi: sono i governi che dovrebbero aver paura dei popoli.

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