Oggi mi andava di condividere un breve passaggio che
ho trovato sulla rete, che sta facendo proseliti circa la situazione attuale
della mia generazione e sicuramente anche delle prossime venture.
Niente che ormai
tutti, e ripeto TUTTI, ormai non sappiano. Decisamente, chiunque sia l'autore è
stato capace di saper cogliere in pochissime righe un
disagio generazionale a cui quella precedente proprio non sa far
fronte, mal capisce, ma che ha creato.
Un tempo si diceva: “Studia che altrimenti finisci a fare lo
spazzino”! Oggi, orde di neolaureati, fanno la “fila” per far concorsi per
aspiranti bidelli o nuovi Operatori Ecologici.
Di chi sia la colpa, se la nostra attuale situazione
abbia un volto, un nome ed un cognome poco importa.
La nostra generazione non può essere etichettata con
una lettera, X,Y o ciò che più credete si addica al vostro caso. La mia
generazione di ormai non pù neo laureati non cerca un posto in paradiso, cerca
piuttosto di non finire all’inferno.
Purtroppo, coloro che ci additano di essere bambocioni
ed ingrati perchè non vogliamo fare il terzo/quarto stage gratuito senza
prospettiva futura, sono coloro che grazie ad uno straccio di diploma hanno
alle volte raggiunto vertici aziendali. Fanno parte di un economia che non
esisterà più, hanno fatto il bello ed il cattivo tempo lascianodoci meno delle
bricole.
Non voglio induguare troppo. Le poche parole che ho
trovato sul web sono assai migliori delle mie. Ormai mi resta difficile anche
continuare a riflettere. La soluzione non esiste perchè chi ha creato il
problema non cercava soluzioni per le generazioni future. Cercava piuttosto di
abbuffarsi il più possibile. Basta.
Volevo altresì ringraziare l’autore/autrice di queste
parole davvero toccanti.
In qualche modo, seppur non alla lettera mi ritrovo molto in
queste parole. Laureato, al quarto stage non pagato. Emigrato per cercare “furtuna”
all’estero…
Per concludere, volevo di cuore ringraziare la generazione dei cinquantenni, per averci lasciato senza speranze, ansiolitici e senza prospettive. Grazie.
P.s. Per correttezza, volevo dedicare queste parole ai miei genitori, che più di ogni altro hanno fatto e cercano giorno dopo giorno, anche a migliaia di chilometri di distanza di aiutarmi a sopravvivere in questo mondo di merda. Vi sarò sempre debitore.
Ed anche se so perfettamente che spesso discutiamo per visioni differenti sulla vita e sul lavoro, fanno di tutto per aiutare il proprio figlio a trovare: la via per il paradiso.
Grazie.
Andrea Viaggi
Buona lettura.
“Eravamo ragazzi e ci dicevano:
“Studiate, sennò non sarete nessuno nella vita”. Studiammo. Dopo aver studiato
ci dissero: “Ma non lo sapete che la laurea non serve a niente? Avreste fatto
meglio a imparare un mestiere!”. Lo imparammo. Dopo averlo imparato ci dissero:
“Che peccato però, tutto quello studio per finire a fare un mestiere?”. Ci
convinsero e lasciammo perdere. Quando lasciammo perdere, ... rimanemmo senza
un centesimo. Ricominciammo a sperare, disperati. Prima eravamo troppo giovani
e senza esperienza. Dopo pochissimo tempo eravamo già troppo grandi, con troppa
esperienza e troppi titoli. Finalmente trovammo un lavoro, a contratto, ferie
non pagate, zero malattie, zero tredicesime, zero Tfr, zero sindacati, zero
diritti. Lottammo per difendere quel non lavoro. Non facemmo figli - per senso
di responsabilità - e crescemmo. Così ci dissero, dall’alto dei loro lavori
trovati facilmente negli anni ’60, con uno straccio di diploma o la licenza
media, quando si vinceva facile davvero: “Siete dei bamboccioni, non volete
crescere e mettere su famiglia”. E intanto pagavamo le loro pensioni, mentre
dicevamo per sempre addio alle nostre. Ci riproducemmo e ci dissero: “Ma come,
senza una sicurezza nè un lavoro con un contratto sicuro fate i figli? Siete
degli irresponsabili”. A quel punto non potevamo mica ucciderli. Così
emigrammo. Andammo altrove, alla ricerca di un angolo sicuro nel mondo, lo
trovammo, ci sentimmo bene. Ci sentimmo finalmente a casa. Ma un giorno, quando
meno ce lo aspettavamo, il “Sistema Italia” fallì e tutti si ritrovarono col
culo per terra. Allora ci dissero: “Ma perchè non avete fatto nulla per
impedirlo?”. A quel punto non potemmo che rispondere: “Andatevene affanculo!”.
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