Ci sono giorni del calendario che vale la pena
ricordare, cene sono altri che proprio non possiamo dimenticare.
Il 25 aprile è proprio uno di questi giorni. Per me
25 aprile è la data in cui forse per la prima volta lo Stato Italiano con i
suoi cittadini ha mostrato la sua faccia migliore.
Sono passati ben 67 anni da quando, dopo anni di
Resistenza armata, formata da uomini, donne, bambini, preti e militari che si
ribellavano all’oppressione nazifascista, l’Italia è stata finalmente liberata.
Dovrà passare circa un altro anno (18 giugno 1946) affinché l’Italia sia
dichiarata ufficialmente, Repubblica.
Sono stati scritti decine e decine di libri sulla
resistenza armata dei Partigiani che per lungo tempo hanno combattuto fianco a
fianco contro il nemico nazifascista.
Tra questi vorrei rapidamente ricordarne alcuni che
sono stati molto importanti per me: Il Partigiano di
Beppe Fenoglio; Il sentiero dei nidi di ragno
di Italo Calvino e Il clandestino di Mario Tobino.
Credo che ora più che mai in Italia, pur vivendo la
situazione in un altro paese, abbia bisogno di una giornata come il 25 aprile,
e credo anche che, pur se con estrema attenzione e delicatezza nel non
confondere o mischiare le due date, è possibile trovare dei punti in comune tra
gli anni della Resistenza e i giorni che stiamo vivendo.
Ricordo (con piacere) che durante gli anni di scuola
superiore ho avuto la fortuna di avere (nonostante fossi un ragazzo un po’
impegnativo da gestire) dei professori di storia e italiano che tenevano molto
a ricordare più che il giorno, le gesta eroiche di questi uomini e donne,
durante la seconda guerra mondiale.
Ringrazio altresì i miei vari docenti per avermi
insegnato che questo è il giorno degli italiani e non come raccontano alcuni
degli americani o chi per loro.
E’ il giorno in cui vanno ricordati i sette fratelli
Cervi: Gelindo,, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio, Ettore; oppure Giovanni Lazzetti, detto il
Ballonaio; Adriano Venezian (Biondo), Giorgio Pizzoli (Jim), Gino Simionato
(Bozambo), De Ros (Tigre), Diego Baratella (Jack), Gino Simionato, detto
"Falco... ecc ecc
Questi uomini mi hanno anche insegnato che un po’ di
sano patriottismo non ha mai fatto male, ma soprattutto che è giusto e doveroso
ricordare alle generazioni presenti e future che l’Italia fu liberata dalla
volontà di un popolo che si ribellava al proprio oppressore.
25 aprile non è semplicemente un giorno o una data.
25 aprile è il simbolo di anni di sforzi, sacrifici e
infine (purtroppo) morte di persone che credevano in un unico e semplice
ideale: Libertà e Giustizia.
Erano persone come noi, contadini, lavoratori, operai
che dopo anni di oppressione si ribellarono.
In questa giornata ci dobbiamo ricordare che pur se con
grandi sacrifici, il vero e unico detentore del poter statale è solo ed
esclusivamente IL POPOLO.
Questa storia è stata fatta non da eroi, ma da
persone semplici, che hanno combattuto a costo della vita per dare a loro
stessi ma soprattutto ai propri figli un domani migliore.
Purtroppo, ai giorni nostri si vedono sempre meno
persone semplici trasformarsi in eroi. Sembra molto più facile disinteressarsi
della Cosa Pubblica e tirare avanti il proprio (sempre più piccolo) mulino, con
la speranza che alla fine giunga sulla terra un supereroe della Marvel a
risolvere la situazione.
Non arriverà mai nessun supereroe.
Deve essere il senso di repulsione verso questa
classe politica che ovviamente non ci rappresenta a risvegliare dal letargo un
popolo che troppo a lungo ha dormito.
Il popolo italiano deve capire che esistono diverse
forme di dittatura, quella fascista era di più facile individuazione, era un
movimento che negli anni oltre ad aver portato l’Italia allo sfascio, l’ha
portata anche alla morte di migliaia di persone innocenti.
Quello che viviamo oggi è una forma di dittatura più
sottile ma evidente allo stesso modo.
Non esiste avere un’intera classe politica indagata
per corruzione, nemmeno le nuove dittature sud americane o cinesi hanno un
tasso così alto di corruzione e mal affare.
Dopo anni di Berlusconismo, ci siamo ritrovati al
governo delle persone che nessuno di noi ha votato. La classe politica che ci
sta mandando alla rovina è la stessa che per qualche paradossale motivo
continua a legiferare sotto gli occhi di tutti.
Per questo ed anche per il sangue che hanno versato i
nostri nonni e nonne nel tentativo di lasciarci un’Italia migliore, dobbiamo
alzare la testa e combattere questa classe politica che non appartiene sicuramente
all’Italia che meritiamo.
P.s. Ovviamente in questa giornata non potevo non postare una canzone come Bella Ciao, che invece di dividere dovrebbe unire tutti gli italiani sotto un unica bandiera, quella delle libertà.
Andrea Viaggi
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